Sostegno ATTIVO
1 Gli anni '70 e '80 hanno visto in Italia un
grande interesse nei confronti di una pedagogia del linguaggio
verbale e non verbale. Le influenze di una pedagogia non autoritaria
(C. Rogers, Neill...) hanno attraversato diversi processi di
comunicazione e di relazione educativa. Ricordiamo in particolare
il classico di L. Lumbelli, et alii, Pedagogia della comunicazione
verbale, Angeli Milano, 1978, di cui siamo debitori in
questo capitolo. Sono dello stesso periodo anche tutte le nuove
ricerche sul linguaggio al seguito del modello pragmatico ( J.R.
Searle, Atti linguistici, Torino Boringhieri, 1976,
J. L. Austin, in M. Sbisà, Gli atti linguistici, Milano
Feltrinelli, 1978), del modello etnografico e degli studi sociolinguistici,
(Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione ,
Bologna Il Mulino 1969) , del modello filosofico ( la ripresa
degli studi su Wittgenstein, W.P. Alston, Filosofia del linguaggio ,
Bologna il Mulino, 1971), del modello cognitivo (C. Castelfranchi
D. Parisi, Linguaggio conoscenze scopi, Bologna Il
Mulino, 1980). Per ciò che concerne la pratica comunicativa
e relazionale negli anni '80 e '90 in poi, la scuola subisce
il fascino dei modelli gruppali e di Team, provenienti da ricerche
americane e francesi. In Italia l'artefice del discorso sono
stati in gran parte Enzo Spaltro, Renzo Carli, Gian Piero Quaglino.
Vengono abbandonate dunque le ricerche sulla comunicazione a
favore della relazione educativa basata sulla dinamica di gruppo
e di team work. Attualmente il panorama internazionale sta rispolverando
i modelli microsociologici (studi comparati, interculturalità,
biografie cognitive e sociali, storie di vita, etnografia delle
professioni). Assistiamo infatti, per associazione, a una ripresa
degli studi sulla comunicazione e sulla relazione educativa.
2 C. Rogers, M.G.Kinget, Psicoterapia e
relazioni umane, Torino Boringhieri, 1970.
3 L. Lumbelli, Comunicazione non autoritaria ,
Milano Angeli, 1972.
4 L. Lumbelli, op. cit.