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– LE INTERVISTE PERDUTE - CHOKI MOTOBU
Per gentile concessione della rivista YOI Versione Italiana di Sergio Roedner
Traduzione inglese Kico Asai Ferreira

Choki Motobu
intervistato attorno l'anno 1936 da più persone

Choki Motobu Intervista 1936 
Al culmine della febbre del karate dentro e fuori Okinawa, i giovani artisti marziali di Naha e Shuri si riunirono per concludere che “il karate dev'essere pratico e tutte le teorie poco realistiche devono essere abbandonate”. Invitarono un maestro anziano, Choki Motobu, che era il più abile artista marziale esperto di autodifesa dell'epoca, a incontrarsi con loro il giorno 7 di quel mese alle 8 di sera al ristorante Tsuji Uenoro.
Intervistarono il maestro riguardo alla sua forma pratica di jissen e alle sue esperienze personali. Il maestro Motobu aveva un fisico forte e potente, e non sembrava un uomo che aveva più di 60anni.
Tra le persone che vennero ad ascoltare questa intervista c'erano: Chokei Tagamine, Shoshin Nagamine, Angi Uezu del dipartimento di polizia di Naha,Taro Shimabukuro, Ryosho Kin di Shuri, Ryokichi Miyazato di Kakinohana, e Shichiro Yanagisawa del dipartimento dell'istruzione della prefettura di Okinawa. Mentre sedevano intorno all'anziano maestro Choki Motobu, questi uomini che condividevano il comune interesse per il karate, intavolarono animate discussioni sulle arti marziali. Tutti erano eccitati per queste discussioni sul karate. Alla fine di tutto, il maestro Choki Motobu si alzò e dimostrò dei kata e delle tecniche di kumite, usando i giovani del gruppo come suoi uke. Motobu sopraffece questi giovani, tutti al culmine della giovinezza, uno dopo l'altro.
Le storie scritte in questo articolo sono le interessantissime risposte di Bushi Notobu alle domande a lui rivolte sulla sua giovinezza, le esperienze di combattimento per strada, i suoi maestri, ecc.

DIFFERENZE FRA NAIHANCHI ORA E IN PASSATO
Il modo di formare il pugno ora è diverso da quello che ci è stato insegnato ai vecchi tempi quando avevamo 12 o 13 anni. In passato era piatto o con la mano aperta (hirate). Oggi, si usano colpi di pugno (tsuki ken) che vanno avanti e in una direzione verso il basso, chiamati acqua che scorre [penso che Motobu alluda alla tecnica di kagizuki in Tekki], ma un tempo non c'era una tecnica di mano simile. Un tempo era un colpo diritto che andava leggermente verso l'alto. Io credo che questo fosse lo stile di Matsumura di Shuri. I kata di Sakuma Sensei e di Matsumura Sensei erano gli stessi. Erano kata vecchio stile.
Abbiamo imparato a richiamare il pugno sul fianco, direttamente sotto il braccio,dopo un colpo. Invece oggi, quando richiami il pugno dopo un colpo, lo porti verso il fianco (la parte bassa dell'addome). Questo non funziona mai in un combattimento reale. Io penso che la tecnica corretta sia mettere potenza e forza nel richiamare il pugno. Questo oggi mi sembra molto strano, mettere tanta forza nel colpire col pugno. Io userei solo l'80% della forza quando stendo il braccio per colpire, ma 100% della potenza quando lo richiamo.

STORIE SU ISTRUTTORI DI KARATE DEL PASSATO
Mi hanno insegnato il famoso Matsumura e l'altrettanto celebre Sakuma, entrambi di Shuri. Ho ricevuto lezioni anche da Matsumora di Tomari, Pechin Kunigami e Itosu e anche, occasionalmente, da Kumoji. Fra tutti questi istruttori, i due a cui sono stato più vicino e con cui ho condiviso legami emotivi sono stati Matsumora di Tomari e Sakuma di Shuri.
Sono stato rimproverato spesso durante il mio allenamento con loro. Comunque, Sakuma Sensei mi ha insegnato molte cose complimentandosi con me in certe occasioni e rimproverandomi altre volte. Io ho cominciato ad acquisire vera abilità e competenza praticando il kumite con lui, e così ho cominciato a trattare i miei amici come dei bambini riguardo al loro livello di abilità. Matsumora di Tomari era alto 1 metro e 80, un pollice più alto di noi, e pesava circa 80 chili. Assomigliava a una botte! Il suo karate era totalmente diverso da quello di Itosu. Quando si trattava di potenza, Sakuma era forte quanto Matsumora e un artista marziale genuinamente potente, un bushi.

GLI ARTISTI MARZIALI DI OGGI E QUELLI DI UN TEMPO
In confronto ai nostri vecchi istruttori, non credo che ci siano artisti marziali abili tra i moderni samurai. Penso che i giovani bushi di oggi si stiano solo allenando. Se volete la mia opinione, non c'è neppure un vero guerriero nel mondo di oggi.
Matsumora di Tomari e altri avevano l'abitudine di andare a Katabaru di notte al chiaro di luna. Là si allenavano così duramente che non riuscivano neppure ad alzarsi da soli per il dolore alla schiena e alle gambe. Tutte le parti del loro corpo erano così dolenti che quanto raggiungevano la loro casa all'alba erano incapaci persino di strisciare dentro. Così si sdraiavano all'ingresso, dove si addormentavano. Erano troppo stanchi per andare in camera da letto. Questo dice quanto si allenavano duramente a quei tempi. Si allenavano e studiavano kata e kumite allo stesso tempo. Qual era lo scopo degli antichi artisti marziali? Ai vecchi tempi, andavamo a casa del Sensei segretamente e in silenzio per imparare le tecniche. Andavamo a trovare Sensei prima dell'alba quando era molto buio, in modo da non essere visti da nessuno. Quando ci allenavamo a colpire il makiwara, non dovevamo fare nessun rumore. Anche quando ci allenavamo col bo non avevamo il permesso di far sentire il tick, tick, tick causato dallo scontro di due bo, perciò dovevamo avvolgere il bo nella paglia.

QUANDO CHOKI VINSE UNA SCOMMESSA DI 10 YEN RISOLVENDO UN PROBLEMA (indovinando una difesa):
L'IMPORTANZA DI HENTE
(difesa e contrattacco con lo stesso braccio)
Questo accadde quando avevo 20 anni. Quando Kameya, Yabu Kentsu e il mio fratello maggiore (Choyu Motobu) andavano a trovare il maestro Matsumora a Tomari per seguire le sue lezioni, Matsumora sensei rivolse loro una domanda su come parare un certo attacco. Li sentii dire che non riuscivano a immaginare la risposta per quanto provassero a risolverla per un'intera settimana.
Così dissi loro: “Posso rispondere subito. E' facilissimo,” Mio fratello e i suoi amici si arrabbiarono molto per quello che avevo detto. Dissero: “Scommettiamo 10 yen con te che non riesci a parare quell'attacco.” Andammo tutti a casa di Matsumora Sensei e io gli chiesi: “Posso farle vedere come parare quell'attacco? Io penso di sapere la risposta alla domanda che ha rivolto a mio fratello e ai suoi amici qualche giorno fa.” Poi dimostrai la tecnica, parando facilmente l'attacco.
Matsumura era sbalordito. Mi chiese:
“Come hai indovinato questa risposta? Non ho mai insegnato a nessuno questa tecnica. Chi è il tuo maestro?”
“Il mio maestro è Itosu”, risposi.
“Conosco molto bene Itosu. Puoi portare qui Itosu, visto che sei suo allievo?”, chiese Matsumora.
“Sì che posso”, risposi. Così portai Itosu a casa di Matsumora. E Matsumora disse a Itosu:
“Questo ragazzo è molto dotato. Ha un grande futuro. Alleniamolo insieme.”
Dopo questo episodio, Matsumora Sensei divenne mio insegnante. Itosu mi diceva: “Matsumora è veramente un grande bushi.” Lodava sempre Matsumora.
Ecco come ho vinto la scommessa. Ho vinto e ho guadagnato 10 yen. Ha, ha, ha.
Nel combattimento reale non esiste una tecnica come parare con la mano sinistra e colpire con la mano destra, o parare con la destra e colpire con la sinistra. La mano usata per parare deve anche nello stesso tempo attaccare il nemico. Dev'essere un solo movimento, non due movimenti separati della mano. Il kumite di oggi imita soltanto i kata di karate. Questo non funziona affatto quando si tratta di jissen (combattimento reale).

QUANDO CHOKI MOTOBU COLPI' ALVOLTO MATSUMORA E GLI FECE SANGUINARE LE LABBRA.
Ryosho Kin rivolse una domanda a Motobu:
“Mio padre, Ryojin Kin, mi diceva molto spesso che lei è un vero bushi, un samurai. Mio padre mi ha anche detto che Matsumora ha fatto un'osservazione riguardo a lei, dicendo che “quando l'uomo chiamato Choki Motobu è venuto a casa mia, abbiamo praticato il kumite. Motobu una volta mi ha colpito al volto con un pugno durante l'allenamento di kumite. Ho davvero pensato che questo Choku Motobu avesse grandi abilità nelle arti marziali per un uomo così giovane”. Matsumora Sensei lodava molto la sua abilità. Questa storia è vera?”
Motobu rispose: “E' successo quando avevo 19 anni. Andavo a casa di Matsumora con Tamashiro di Kariya che era un lottatore di Sumo, e ricevevo là lezioni di kumite. Matsumora Sensei mi tirò un pugno. La mia mano parò il pugno e colpì direttamente il viso di Sensei. I suoi denti immediatamente cominciarono a sanguinare. Feci un passo indietro e dissi: “Mi dispiace molto, Sensei.” Ma Sensei insistette: “Non fermarti, continua semplicemente ad attaccare e a cercare di colpirmi”. Allora mi sono sentito bene, ancora più carico, e ho continuato ad allenarmi. Questa è una storia vera. Non ho mai raccontato a nessuno questo episodio, ma Yabu mi diceva che lo sapeva.
Motobu continuò: “C'era un bushi chiamato Kameya, di Shuri Kubagawa. Era dieci anni più vecchio di me e molto forte. Riuscivo a stento a parare il suo attacco con due mani. Mi ha malmenato dall'età di 18 o 19 anni fino a 21 o 22. Allora mi sono allenato molto duramente e quando ho compiuto 23 anni non è più riuscito a battermi.”

QUANDO CHOKI MOTOBU INGANNO' I SUOI AMICI INDOSSANDO UNA MASCHERA.
Una volta, Hanashiro, Chikara Yakaesu di Ifu, Nakandakari di Miko, Yabu e altri si sono trovati e hanno provato a entrare nel club preferito di Yabu, alla porta Shittaimon di Tsuji. Per caso li ho visti entrare in quel circolo ma non volevo che mi notassero. Allora mi sono messo una maschera e ho urtato Takaesu. Per tutta risposta, ha deciso di attaccarmi due volte. Ho bloccato i suoi attacchi e l'ho colpito due volte con un pugno. Takaesu ha perso l'equilibrio e non riusciva a camminare diritto. Non c'era possibilità che mi attaccasse ancora. Hanashiro, Yabu e gli altri stavano lì a guardare e non hanno cercato di aiutarlo. Allora molti altri uomini hanno cercato di entrare nel club. Io ho applaudito e mi sono tolto la maschera ridendo. Finalmente hanno visto che ero io. Hanashiro e Yabu hanno esclamato: “Sospettavamo che ci fosse solo un uomo in grado di mettere fuori combattimento e immobilizzare Takaesu, e sicuramente eri tu!” Abbiamo riso tutti insieme e siamo andati a bere.

QUANDO CHOKI MOTOBU SPAVENTO' I BUSHI DI NAHA E LI FECE SCAPPARE
Questa è la storia di quando incontrai Okuyama, il responsabile e proprietario terriero dell'area di Katabaru. Era anche un bushi di Naha. All'epoca avevo 30 anni. Insieme con Yabu andammo nel suo club preferito. Sulla strada del ritorno, parecchi bushi di Naha ci circondarono in cima ad una strada in discesa. Lì ci attaccarono. Io feci un passo indietro e abbattei un uomo all'istante – cadde a terra. Gli altri videro quello che era successo, si spaventarono a corsero via a gambe levate!

Tekki LA RISSA ALLA RAPPRESENTAZIONE DEL VILLAGGIO, QUANDO CHOKI MOTOBU FU CIRCONDATO DA UN GRUPPO DI PERSONE CON IL BO.
Quando andai ad assistere al festival del villaggio di Nishibaru Onaha con parecchie persone compreso l'onorevole anziano Itarashiki, non mi accorsi che un gruppo di uomini armati con il bo stava dicendo qualcosa alle mie spalle. Improvvisamente si avvicinarono e mi colpirono la mano con il bo. Il bo rimbalzò e mi colpì all'inguine. Io mi accovacciai e assorbii il dolore. Appena il dolore fu scomparso, buttai giù uno degli avversari che era in piedi dietro di me. Allora scoppiò una rissa!
Settanta o ottanta uomini armati di bo improvvisamente ci circondarono e cominciarono ad attaccarci. La gente che era venuta con me al festival scappò subito via. Io dovetti combattere tutti quei nemici da solo. Alla fine, saltai su un muro di cinta e mi nascosi fra i cespugli. Più tardi per fortuna mi imbattei in alcuni uomini di Shuri che portavano delle lanterne accese. Erano venuti a cercarmi perché pensavano: “Motobu dev'essere morto dopo quella rissa.” I miei genitori erano fra di loro. Non volevo che i miei genitori si preoccupassero per me, perciò ho riempito entrambe le maniche del kimono di sabbia per eliminare tutte le spiegazzature e ho cercato di rimettermi in ordine dopo quel brutale combattimento per strada. Ho detto ai miei genitori: “Non è successo niente, non c'è stata nessuna rissa”. Ma naturalmente c'era stata, e che rissa!

QUANDO CHOKI MOTOBU COMBATTE' E MISE AL TAPPETO UN PUGILE STRANIERO
Penso che fosse il 1923. Andai ad assistere a un incontro con il pugile straniero John “Qualcosa” a Kyoto. Nel primo incontro il pugile combatté contro un esperto di judo. Il pugile combatteva molto fiaccamente. Sembrava un dilettante. Io mi iscrissi per sfidare questo pugile e scommettere del denaro sull'incontro. Ero già oltre i cinquant'anni all'epoca. Non avevo possibilità di combattere quel giorno, perciò sono tornato il giorno dopo. Quando ho detto all'arbitro che avrei combattuto senza guanti, questo pugile mi ha guardato con disprezzo, perché era molto più alto di me. E mi ha trattato come un bambino, perché mi ha preso per il naso e mi ha pizzicato la guancia. Io non ho combattuto seriamente durante la prima ripresa e abbiamo avuto una pausa.
Quando mi sono alzato per combattere nel secondo round, ho improvvisamente pensato: “Se vengo sconfitto da un pugile straniero così scadente, disonorerà me e il karate. Voglio battere questo avversario.” Decisi di vincere il combattimento. Appena il pugile venne avanti per attaccare con tutta la forza, lo colpii alla tempia molto forte con un pugno. Lui cadde sul posto. Tutti gli spettatori erano molto eccitati e con uno scroscio di applausi cominciarono a lanciare verso di me i cuscini, i portasigarette, i borsellini e altri oggetti.
E' stato un episodio molto eccitante perché un pugile così grosso (alto circa 1 e 80) era stato messo fuori combattimento da una tecnica di karate. Molti articoli di giornale scrissero che avevo colpito il pugile con la mano aperta. Invece non avevo usato lamano aperta per colpirlo. L'avevo colpito col pugno, ma gli spettatori pensarono che la mia mano fosse aperta perché l'avevo colpito così rapidamente, con la velocità del lampo.
L'essenza del karate è muoversi lentamente e come casualmente, poi colpire il nemico immediatamente ed esplosivamente quando si presenta l'occasione. Questo è il jissen,il combattimento reale, nel karate.

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Interviste ai Maestri
Giapponesi - Italiani - Taiji Kase - Hiroshi Shirai - English texts -


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