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Intervista al Maestro Hideo Ochi
- intervista di John Cheetham -
Quando e come affrontare le gare: Il parere di SHIHAN HIDEO OCHI

Domanda: Qual è la differenza fra “karate moderno” e “karate tradizionale”?
Ochi: Cos'è il karate moderno e tradizionale? Per me c'è solo un karate!

Domanda: Che cosa pensa della differenza fra il suo allenamento di un tempo e l'allenamento di oggi?
Ochi: Non pensavamo tutto il tempo alle gare e il nostro allenamento non era finalizzato ad esse. Per noi non era così importante. Allenavamo di più il kihon, I kata e il gohon kumite. Allenavamo il Jiyu kumite forse una settimana prima di una gara. Senza tecniche controllate il combattimento libero non era possibile. Se vai in gara senza essere capace di controllare, combatti come un animale, come un gallo. In altre parole, un allenatore deve formare I giovani karateka lentamente e metodicamente all'inizio, far loro allenare le tecniche di base finché sono consolidate, ben padroneggiate e correttamente controllate. Solo allora si dovrebbero cominciare le gare. In questo modo si dovrebbe allenare la cosa giusta al momento giusto. Alcuni allenatori sostengono che I karateka dovrebbero cominciare le gare presto perchè sono un buon allenamento della scelta di tempo. Secondo me non si dovrebbero cominciare le gare troppo presto, perchè I karateka spesso non hanno ancora sviluppato una tecnica corretta, il controllo o la difesa. Il risultato è che I giovani karateka spesso si infortunano e di conseguenza perdono il piacere di fare karate e presto abbandonano. Se I karateka puntano solo ad aver successo nelle gare, allora perdono in fretta la gioia e il piacere del karate, se il successo sperato non si verifica. Molti dimenticano che le gare sono solo parte del karate. Nel periodo delle gare, naturalmente, ci si deve concentrare su di esse e cercare di non perdere i combattimenti che si disputano. Ma se tutti avessero come unico scopo quello di diventare campioni, la maggior parte di loro all'età di 30 anni non vorrebbero più sentir parlare di karate. Dovremmo avere uno scopo in ogni periodo della nostra “vita da karateka” e cercare di raggiungerlo. Quando la meta è raggiunta, comincia un nuovo periodo con una nuova meta. Per esempio, un nono kyu non dovrebbe avere come meta principale di diventare campione del mondo, ma di passare prima gli esami di kyu che lo aspettano. Prima imparare correttamente una tecnica, poi la prossima, prima una meta semplice, poi una meta più impegnativa. E' così che ho imparato io ai miei tempi.

Domanda: Maestro Ochi, ha assistito agli inizi delle competizioni di karate in Giappone, cosa dicevano I Suoi maestri di questa evoluzione all'epoca?
Ochi: Il mio maestro è stato Nakayama Sensei. Lui ha iniziato il karate di gara. La sua opinione era che la competizione minaccia l'immagine del karate. Perciò è importante assicurarsi che, oltre alle gare, non vadano persi il Budo e lo spirito del Karate-Do. Nelle gare non si deve perdere il senso della tecnica forte, dell'Ippon: I rigidi criteri per l'assegnazione dell'ippon devono essere ben ricordati ed essere una pietra miliare per I contendenti e gli arbitri.
C'era la consuetudine che non tutti potessero partecipare a un campionato, ma che piuttosto dovessero qualificarsi grazie a una tecnica forte e corretta. La gara era perciò molto dura, ma anche molto bella e interessante.
Oggi combattono troppi atleti poco qualificati.
Le gare sono perciò spesso né belle né interessanti. Il Budokan a Tokyo era pieno. Le gare hanno finalmente reso popolare il karate, senza gare molta meno gente farebbe karate. Perciò si deve trovare un compromesso. Nella mia esperienza però questo esiste solo nel sistema Shobu Ippon (combattimento a un ippon). Qui il karate è ancora vicino ai suoi scopi originari. Il mio istruttore diceva che si devono fare le gare, ma al tempo stesso si dovrebbero seguire gli scopi del Budo e del Karate-Do con la stessa intensità di quelli della competizione.

Domanda:
Maestro Ochi, Lei è fisicamente in buona salute e ancora oggi ha delle tecniche brillanti, ad esempio mawashi-geri. Che precauzioni si devono prendere nell'allenamento per sviluppare salute fisica e brillantezza tecnica e mantenerle per tutta la vita?
Ochi: Io ho più di 60 anni, a questa età allenarsi è spesso difficile, I muscoli e le articolazioni non vogliono lavorare come un tempo. Questo è normale, bisogna prenderlo in considerazione. Ma se io tengo un corso e vedo come la gente, uomini e donne, che sono molto più vecchi di me, si impegnano e lavorano al massimo per tutta la durata dell'allenamento, allora pretendo la stessa cosa da me stesso. Specialmente durante la vecchiaia, quando cominciano I malanni, bisogna continuare ad allenarsi, non risparmiarsi a meno che si sia infortunati. Il requisito cruciale per praticare il karate fino alla vecchiaia sono tecniche di base pulite e corrette.

Interviste ai Maestri
Giapponesi - Italiani - Taiji Kase - Hiroshi Shirai - English texts -


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