 Ravarino 1 Novembre,
 Ravarino 1 Novembre, abbiamo appena finito lo stage Nazionale di  Goshindō con il Maestro a Ravarino e sento una voce amica che mi dice: “  Davide….. ci sei vero? ” è Mario Fanizza dello Yoshitaka di  Abbiategrasso , dove dico io “ da me per lo stage di fine anno con il  Maestro! Il 16 Dicembre ” Il mio no, è immediato ( ho lo stage della mia  società di fine anno con la premiazione degli atleti più presenti  durante l’anno) Mario fa una smorfia, mi spiace tantissimo non poterci  essere, c’ero quando l’ha inaugurata, peccato non esserci.
Durante il viaggio di ritorno rifletto, penso e un po il no detto mi intristisce, domani decido cosa fare!
Il  giorno dopo chiamo l’Assessorato allo Sport di Venezia e chiedo se  posso anticipare la data dello stage, risposta: “ Davide…. per te,  qualsiasi cosa ”e così via, prima cosa informare, mail per tutti con la  nuova data dello stage del Centro Sport e Cultura  di Venezia e  telefonata di rito a Mario che, se pur distante lo sento felice, quasi  sorridente. Mario, ci sarò solo alla condizioni trovi un passaggio! mi  dice che ha invitato anche Pitteri e Fregonese mi accordo con Gianpietro  e Daniele e il passaggio di sicuro c'è.
Daniele sempre premuroso  con un occhio di riguardo per me mi verrà a prendere alle cinque e  trenta al Tronchetto vorrà dire che mi devo alzare alle quattro del  mattino ma ne vale la pena, vale sempre la pena allenarsi con il Maestro  Hiroshi Shirai il suo fare è unico al mondo non si deve perdere nessuna  occasione e così...... sono felice quando Daniele mi viene a prendere  al tronchetto e sono felice di vedere Carlo meno assonnato di me. Al  viaggio si aggiunge Gianpietro e tutto scorre liscio tra nebbie  improvvise e pianure innevate dove il sole non si alza e dove alle 7.30 è  ancora buio ma le ruote macinano i chilometri che ci mancano per  arrivare ad Abbiategrasso.
Arriviamo puntualissimi  all'appuntamento ma il Maestro sta già facendo sudare Claudio, Mario,  Eligio, Michele e Rosario, saliamo, andiamo a cambiarci, dico ai miei compagni di  viaggio che qui hanno cominciato senza di noi, guardo l'orologio e vedo  che sono appena le 8,45, lo stage inizia alle 10.00!
Il  Maestro è concentratissimo le sue mani puntate sulle ginocchia, chino a  scrutare il più piccolo particolare, sta osservando le sue punte di  diamante e Mario è fra questi! Sembrano tecniche di Kihon, di Kumite, ma  quando il Maestro Hiroshi Shirai spiega e illustra i tre nuovi Kata  iniziamo a capire che avremo un bel regalo di Natale sul quale  riflettere e confrontarci già da domani.
La palestra ci contiene,  ci coccola con il suo pavimento riscaldato, siamo tutti attenti a non  invadere lo spazio di altri e anche se è poco nessun disturbo, nessuno  che ti viene contro, tutti attenti anche nell'esecuzione precisa delle  tecniche e nei ritmi che il Maestro ci i pone con assoluta chiarezza.
Tutto fluisce, tutto ha un suono solo.
Il  Maestro osserva anche le difficoltà e subito si esprime: " 
Quando non  ricorda pensare Kata" una chiave di lettura unica di pensiero, una lettura profonda  della tecnica. Continua la sua lezione con il chiamare al centro  Claudio che, assieme a Angelo Torre dimostra un'assoluta padronanza non  solo del gesto tecnico ma il suo zanshin quasi è extracorporeo,  nonostante la difficoltà nei calci Claudio dimostra e mostra quanto  desidera il Maestro. 
Quando chiama Michele al centro per  eseguire il primo dei tre 
Goshin Tai Da ci rendiamo conto che è semplice  e per questo richiede la massima attenzione e concentrazione nello  scambio a due. Attacco e difesa sono due cose diverse che devono  muoversi nello spazio di mili secondi, entrambi i praticanti devono  tenere una concentrazione assoluta e un ritmo che tenga conto di un uso  dell'energia che si muove con fluidità.
Parla anche dell'aspetto  di Shin Gi Tai, attenzione, dice il Maestro, senza questo aspetto tutto  l'allenamento, tutta la pratica diviene inutile, falsa aggiungo io. Ci  richiama ad un uso del Kamae più preciso, più consapevole nella  posizione, più reale, il Maestro ci porta in una dimensione nella quale  si deve pensare all'esecuzione come si fosse in una stanza, da soli, al  buio, solo la propria luce interna che ci guida verso la consapevolezza  del gesto.
Le parole del Maestro ricordano in molti aspetti i  principi di lavoro del Maestro Kase, sembra ci sia anche lui quando  eseguiamo shuto uchi, quando diciamo Tai Da Ichi.
Alla fine il  Maestro ci chiama a raccolta, e ancora una volta ci fa riflettere sul  senso del Goshindo, sul senso dell'autodifesa e sul come allenarla, non è  necessario uccidere nessuno, io non alleno per questo, io alleno ad  essere sempre pronto, sempre più veloce, sempre più preciso io alleno  per essere 
ME STESSO!
Ringrazio Mario per tutto, per  l'ospitalità, per lo splendido ambiente nel quale ci ospita da quando l'ha inaugurato ma  sopratutto per tenermi vicino e di ricordarsi di me in queste occasioni.
Grazie  Maestro anche oggi hai dato e donato qualche cosa e chi era pronto per  coglierlo sicuramente l'avrà fatto, io c'ero per me questo, più che uno  stage, è sembrato un viaggio nel "sapere" del Maestro Hiroshi Shirai!
Grazie Mario, grazie per tutto.
Oss Maestro, grazie per la lezione e......
  Karate no shugyo wa issho de aru
    Il karate si pratica tutta la vita così come il Goshin-DŌ 
    
  Davide Rizzo