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Intervista a me stesso
A cura di Davide Rizzo
1) Come e dove sei entrato in contatto con il karate la prima volta?
Inizio a praticare Karate all’età di 16/17 anni (1971) ma il mio primo tzuki l'ho fatto nel1970.
Scopro il Karate attraverso un amico (Bruno) che, conoscendomi abbastanza bene, irruento, impulsivo e incline al mal sopportare le angherie e le prevaricazioni, mi invita a provare a "limare" il mio carattere con il Karate-Do e mi invita a seguire un allenamento. Ci eravamo già cimentati per circa 3 anni nello Judo ma poi la scuola chiuse e allora Karate fu!.
Dopo un paio di lezioni mi ritrovo così faccia a faccia con quello che sarebbe diventato di li a poco il mio primo Maestro. Il Maestro è Bruno Demichelis e la palestra era il C.S.K.S. (Centro Studi Karate Shotokan).

2) Secondo te nel Karate ci sono segreti?
Molti, ma non li chiamerei segreti, io amo definirli "Conoscenze da conoscere".
Come in tutte le arti esoteriche vi sono degli aspetti che rimarranno segreti eterni un po come l'assasinio di J.F.K! Nessuno dei Grandi Maestri parla ad esempio degli allenamenti nei primi anni della prima e seconda guerra mondiale, Il maestro T. Kase si ferma a riflettere quando gli si pone questa domanda e l'unica cosa che riesce a dire è " .... cercavamo di portare i colpi all'estremo, per uccidere e molti di noi si ferivano..." credo sia e debba ancora essere così, in parte.

3) Attraverso la pratica del karate le persone possono migliorare il loro carattere. Qual è la tua opinione e la tua esperienza a questo proposito?
Nella mia esperienza mi sento cambiato, non molto devo onestamente dire, sono sempre irruento, impulsivo e non sopporto nessun tipo di prevaricazione ne verso la mia persona ne verso i più deboli, ma sono cambiato lascio ad altri giudicare se in meglio o in peggio.
Penso che la pratica costante e seria, con un Maestro serio, che ti rispetti possa cambiarti, ma il termine cambiare è inappropriato credo che si debba parlare non di cambiamento ma di " comprensione profonda del proprio essere" e del proprio modo di porsi davanti alle cose e alle persone. In questo devo dire che sono "cambiato"

4) Il karate ha cambiato il tuo modo di pensare la vita di tutti i giorni?
Ho già risposto a questa domanda.

5) Che importanza hanno la mente ed il cuore nella pratica del Karate?
Il cuore? Il cuore sicuramente viene prima della mente, viene prima di qualsiasi altra cosa un giorno il Maestro Shirai mi ha detto " Davide, grande cuore" non ho mai ben capito fino in fondo se si riferiva a quello che sono o a quello che stavo facendo e il come lo faccio.
Lo chiedo io a te, cos'è il cuore. Il cuore nel Karate è nella vita di tutti i giorni, volere il bene degli altri è "cuore" fare le cose per il piacere di fare è "cuore". Oggi si pensa a fare "per" a me piace aiutare le persone che si affidano a me a risolvere le piccole cose o le grandi se posso, aiutare a crescere, riuscire nella pratica ad aiutare me sesso ecco, forse faccio karate per aiutare me stesso a per ritrovarmi completamente nella pratica.

6) Sai dirmi che cos’è il Ki e perché secondo te dobbiamo conoscere ed usare il Ki?
L'energia, dobbiamo, abbiamo l'obbligo etico e morale di riuscire a riconoscere questa entità. Molti pensano che il KI sia un concetto astratto, non hanno mai fatto karate con Luciano!. Basta vederlo e comprendi cos'è il KI, basta vedere il Maestro Kase fare qualche tecnica e non credi a quello che riesce a fare un uomo di 75 anni (il maestro Kase è nato il 9 febbraio 1929 a Chiba (Giappone) e comprendi che la tecnica senza questa energia è nulla, oppure osservare il Maetro Shirai quando insegna una tecnica, tiene una energia che va direttamente al cuore di chi la riceve. Fantastico, non ci sono parole per esprimere quello che si percepisce in quei momenti!
Credo che se non comprendiamo subito cos'è il ki e il kime non ci si possa addentrare nel Budo. Comprendere il proprio KI significa comprendere la nostra origine e l'origine della nostra Vera Natura.
Non è facile.

7) Come interpreti le parole del Maestro Gichin Funakoshi: "Karate-Ni-Sente-Nashi"?
Dare una possibilità anche agli altri e la vita sicuramente acquisterà un vero valore.
Sembra una risposta enigmatica e lo vuole essere.

8) Qual è il tuo obbiettivo personale per il futuro?
Darmi una possibilità di migliorare ancora.

9) Che rapporto hai con i tuoi compagni?
Dovresti chiederlo agli altri, tu che ne pensi?

10) Ti va di raccontare del tuo rapporto con il Maestro?
Quante pagine ho? In sintesi: dopo una breve pausa di riflessione durata poco meno di un anno Demichelis mi sposta di corso e mi trovo come Maestro Luciano Puricelli.
Luciano è una persona speciale, un silenzioso, un pensatore, un uomo enigmatico, una persona, un Maestro molto, molto strano e raro.
Con Lui il mio rapporto è stato fin da quando lo conosco molto strano, un misto di rispetto e non comprensione.
Luciano parla pochissimo.
Da un dieci / quindici anni il nostro rapporto è cambiato, io ho iniziato a insegnare nel suo Dojo, lui continua a insegnarmi a farmi e farsi conoscere, è un processo lungo che spero duri fino a quando ci spegneremo con attorno i nostri allievi, quelli che forse abbiamo amato, in modi diversi, di più.
Non voglio andare oltre.
Ho scritto di questo nella mia tesi per il conseguimento del V° Dan.

Le domande che ti volevo fare sono terminate, vuoi aggiungere una tua personale riflessione sul Karate?

Una riflessione?
Oss, questa è la mia grande riflessione con la quale mi confronto tutti i giorni.

Davide Rizzo

Le interviste del Mushotoku


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