Ho deciso di rendere pubblica
questa missiva privata al solo fine di rendere, ancor più
chiaro il mio pensiero per quanti ancora non avessero compreso
quanto io tenga a Voi!.
Carissimo/a ........,
mi costa non poco scriverti questa lettera e sinceramente so
che ti metterò in imbarazzo.
Il non vederti più in palestra credevo fosse legato al
fatto che ti eri fatto/a male al ginocchio e quindi è stato
un brutto colpo per me il venire a conoscenza che ti stavi allenando
in un'altra palestra.
Non voglio entrare nel merito delle tue scelte che sono tue e
basta e devono essere tue. Ma nel merito dei comportamenti si,
su quelli entro e anche di prepotenza, sai come sono fatto, ci
conosciamo da tanto tempo! O almeno credevo ci conoscessimo.
Credo che fra Maestro ed allievo si instauri una sorta di feelback,
un sentire comune anche se l’allenamento e l’insegnamento
viene appreso con un altro Maestro.
Non ho mai dimenticato il mio primo Maestro, gli devo ancora
tanto e credo non mi basteranno le mie 10.000 vite per ripagarlo
per quello che ha fatto per me.
Non mi staccherò mai da Luciano, che considero il mio
padre tecnico, etico, morale e non solo, un Maestro di vita anche
se la sua vita e le sue scelte di vita sono differenti dalle mie.
Ognuno deve vivere la propria vita. Ricordi la poesia di Gibrane
sul matrimonio “
Parimenti
alle corde d'un liuto che, seppure divise, vibrano della stessa
armonia…..”
Vedi, io credo che se un figlio, un allievo ha una necessità,
un esigenza, un progetto ne deve parlare con suo padre, con il
suo Maestro per vedere di realizzare, per comprendere se la strada
intrapresa è quella più adatta a se.
Avevo visto il tuo cambiamento e forse come Maestro, non ho compreso
le tue difficoltà, le tue esigenze, i tuoi bisogni, mi
spiace per questo. Ma mollare in questo modo, senza un cenno,
senza una parola è brutto, molto brutto sapere che il
SAPERE
che hai aiutato a far crescere verrà messo a disposizione
di persone che nulla hanno a che vedere con chi a contribuito
alla formazione di una persona come te, una
cintura
nera del Centro Sport e Cultura.
In questo mi sento tradito, in questo mi sento svilito dal tuo
comportamento e credimi te lo dico da Maestro citandoti una frase
che mi avrai sentito ripetere centinaia di volte:”
l’onore
è il più grande dono che un essere possa fare a
se stesso”.
Non ti meritavi un comportamento di questo genere dovevi parlarne.
Scusami per l’intromissione ma lo stare zitto non è
mia prerogativa lo sai.
Questa lettera l’ho scritta perché credo che ancora
oggi tu abbia la necessità di avere un Maestro nella tua
sfera personale, un Maestro che come un padre ti tenga d’occhio
perché stai andando verso una direzione pericolosa per
te e per le persone che ti sono accanto.
Davide Rizzo