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valutare l'insegnamento
Valutare l'insegnamento
A cura di Padoan Ivana Maria
Università di Venezia Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze

Che cosa significa valutare se l’apprendimento di un soggetto è valido per l’insegnamento (Chi può insegnare Karate? Colui che INSEGNA la tecnica o colui che SA INSEGNARE la Tecnica?)

Perchè:
Come garanzia di professionalità

Problema del SAPER INSEGNARE: Saper insegnare è essere capaci di valutare il proprio apprendimento per l’insegnamento e l’altrui apprendimento.Come si conduce il processo di valutazione dell’insegnamento:

PRESA DI COSCIENZA del proprio modello di insegnamento:
A
Formulare una previsione
B Impostare l’attuazione
C Misurare e interpretare i risultati dell’intervento formativo

MISURARE I RISULTATI DELL’INTERVENTO FORMATIVO esclude la confusione con le personali competenze dell’allievo: Le caratteristiche dell’allievo vanno individuate nella valutazione iniziale e in itinere, sono quindi valutate a priori e in vista di un programma eventualmente personalizzato.

(Come si definisce un modello di insegnamento? Esso comporta un quadro ideologico relativo alla disciplina, un quadro metodologico, una programmazione relativa ai contenuti, una organizzazione del contesto, un sentimento di appartenenza all’organizzazione di riferimento)

VERIFICA DELL’INSEGNAMENTO: Comparare le ipotesi di interpretazione dei processi che si sono sviluppati a partire dai dati di partenza con la natura delle metodologie usate per insegnare.

La comparazione avviene sugli indicatori di misurazione quantitativa. Nella verifica si prendono in considerazione le variabili cognitive, emozionali, motivazionali, sociali e fisiche, correlandole con i risultati ottenuti. Questa fase è periodica in un programma di insegnamento ed è in questa fase che l’insegnamento si ristruttura e implementa il processo formativo nel suo insieme. (Esempio relativo alla complessità degli esercizi di coordinamento)

VALUTAZIONE: Osservazione e interpretazione della qualità degli interventi formativi.

La qualità dell’intervento formativo non corrisponde a quante cinture nere forma, ma a quanti soggetti non eccessivamente brillanti riesco a portare alla cintura nera.

Maestri ed allievi devono smettere di pensare ai numeri e piuttosto prendere ambedue coscienza, da parte del docente, del programma per ottenere risultati e da parte dell’allievo dello sforzo per guadagnare risultati.
Altrimenti non parliamo di insegnamento–apprendimento ma piuttosto di addestramento e imitazione.
La qualità dell’intervento formativo in questo caso non concerne dolo la visibilità della tecnica ma la conoscenza, l’atteggiamento e il vissuto di quella tecnica che io vado ad esprimere.

Che senso ha che un Maestro faccia Karate Tradizionale quando lo confonde con un’attività sportiva.
Ho sentito da un Maestro di Karate questa bellissima frase:" Il Karate non è uno sport ma un’arte, l’arte si impara attraverso la tecnica".

Domanda: Si impara prima la tecnica o si impara prima a fare forte?
Cosa significa insegnare a un principiante da subito a fare forte? Forse fare un solo un po di scenografia perchè io come insegnante non sono capace di esprimere con la mia presenza e con l’atteggiamento la potenza di quest’arte marziale e dunque la differenza con il resto. Attenzione a non cadere nell’errore di presunzione, frequente nelle arti e professioni di grande sforzo.

La forza di un grande Maestro, di karate viene raddoppiata da un atteggiamento umile, perchè quello che lo garantisce è la superiorità del suo sapere.

La valutazione della qualità dell’insegnamento fa rientrare dalla porta principale tutti quei principi che vengono tanto sbandierati attraverso il saluto, le belle parole filosofiche dette all’inizio, ma che poi, a poco a poco, si perdono in un continuo di calci, pugni, posizioni, senza collegamento con l’energia, la forza mentale, il pensiero, l’atteggiamento corretto con il partner, la proiezione mentale del karate come arte di difesa.
(Capacità dell’insegnante di produrre un rigoroso adattamento della disciplina negli attuali contesti storico–spaziali)

LA VALIDAZIONE essa mira a generalizzare l’intervento formativo e dargli valore e legittimazione attraverso l’analisi:
A
Dell’efficacia dell’insegnamento;
B Della coerenza dell’insegnamento;
C Della pertinenza dell’insegnamento;
D Della trasferibilità dell’insegnamento;La validazione valida l’insegnamento rispetto al contesto organizzativo nel quale è inserito.

La validazione dell’insegnamento colloca l’insegnante nel processo della professionalità e dunque rende trasferibile la competenza dell’insegnante in altre occasioni in altre situazioni.

Sono sempre stupita quando si motivano gli atleti alla partecipazione agli stages con il vedere altri modi di insegnamento. Questo va bene per i Maestri ma non per gli allievi.

La professionalità del Maestro dovrebbe porsi il problema che gli non debbano provare a vedere ma piuttosto sperimentare validi modelli di insegnamento diversi da quelli che conoscono altrimenti il risultato è la confusione dell’allievo di fronte a diversi modelli del sapere e del fare.

Attenzione non sempre l’allievo sa distinguere la competenza ma si sente più attirato dal piacere, dallo stupore o dallo spettacolo. La storia della folla e della massa insegna. Garcia Marquez in cent’anni di solitudine ha ben spiegato l’uso fraudolento dell’ingenuità della massa. Quando si "Insegna" a una massa non si insegna ma si fa spettacolo. Questa ha una funzione diversa dall’insegnamento e non è detto che non sia altrettanto formativa ed interessante.

VALUTARE L'INSEGNAMENTO è valutare un processo di intelligenze di quale ordine di intelligenze si parla?
A
La prestazione culturale, ovvero il grado di conoscenza del Karate;
B La prestazione organizzativa;
C La prestazione didattica;
D La valorizzazione formativa del contesto d’azione il cui senso è dato dall’interazione fra i membri che ne fanno parte.

CHI VALUTA L’INSEGNAMENTO: Secondo il modello sistemico la valutazione spetta:
Al docente: come competenza autovalutativa. La competenza autovalutativa è complessa ed impegnativa e va insegnata
Alla dirigenza: come competenza finalizzata alla decisione formativa e formale, per orientare il programma formativo, per coordinare gli insegnamenti, per organizzare le risorse umane, per ottimizzare le risorse tecnologiche e spazio – temporali;
A un comitato di valutazione interno–esterno: formato da diverse tipologie di esperti, una specie di giurì tecnico–pedagogico–metodologico–etico che funga da mediatore tra la disciplina del karate e le scienze formative;
Agli allievi: come capacità di discernimento e di giudizio del proprio insegnante. E’ necessario promuovere negli allievi la " Razionalizzazione del giudizio", dove da una valutazione emotiva ( reattiva ed empatica) dell’insegnante si possa giungere ad una valutazione sistematica degli insegnamenti.

perchè valutare l’insegnamento?
A perchè l’insegnamento ha valore politico – sociale – culturale;
B perchè è un Arte;
C perchè è una Scienza;
D E soprattutto perchè ha un valore Istituzionale. Esiste una Istituzione che si assume una responsabilità dell’agire dei propri insegnanti.

VALUTAZIONE COME AUTOVALUTAZIONE

perchè autovalutarsi: Per aver ben chiaro dove si vuole andare controllando da se i propri progressi.
L’attività autovalutativa tende a sviluppare ABILITA’ METACOGNITIVE (Meta = Sopra) cioè non solo le abilità sulle cose che si conoscono (conoscere bene la storia del Karate) ma anche INTORNO AL MODO IN CUI SI CONOSCE (intorno al modo con cui si conosce la storia del karate).

Conoscere il modo in cui si conosce significa conoscere la propria mente e dunque poter prevedere, direzionare , fermarsi in tempo.

Secondo Batenson ci sono 4 stadi dell’apprendimento da 0 a 3, ai primi 2 ci si arriva facilmente, il terzo è il processo ipotetico deduttivo e il quarto è il processo meta - cognitivo.

Si costruisce il terzo aspetto dell’apprendimento imparando a porre problemi di metodo, imparando a generalizzare a fare trasferibilità di pensiero, traducendo dal concetto funzioni operative.
Si costruisce il modello meta – cognitivo ponendosi il problema del proprio modello mentale, tentando di conoscerlo e circoscriverlo.

Il PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE si muove attorno ad alcuni momenti chiave del processo di insegnamento:
A
Il momento iniziale;
B La riflessione in itinere;
C Al momento del bilancio, soprattutto nei momenti legati all’esame, alle gare, agli stages, agli allenamenti, alle letture e nei rapporti con altre discipline simili o diverse .
Fondamento del processo di autovalutazione è il mantenimento del principio di continuità, ovvero dove sono arrivato, come ero prima e come vorrò essere.

L’attività di autovalutazione è un eccezionale processo di feed–back, una modalità per rigenerare l’azione dell’insegnamento, ma più ancora, e qui entriamo in ambito psicologico una continua azione di miglioramento della propria identità e personalità.

ATTENZIONE non a tutti e possibile pensare "come ha fatto il mio Maestro anch’io farò o posso fare". Su questa presunzione è caduto un dio nell’epoca antica.
ATTENZIONE ai contesti diversi e alla propria diversità. Non fidatevi del pensiero ingenuo, non siamo più nell’età dell’oro ma piuttosto nell’età della plastica e del cartone. Non fate le brutte imitazioni ma cercate una vostra personale identità e figura avendo come punto di riferimento i vostri Maestri.

Nell’insegnamento il processo di autovalutazione porta alla scoperta del potere, del potere di sè.
Noi psicologi e pedagogisti non la consigliamo troppo, altrimenti non avremmo più tanto lavoro.
(Continua)
Tabella Ivana


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