Log dis           Log dis

| Home | Aree RISERVATE | AGENDA Attività | Webmaster - Davide Rizzo |


Menu verticale jQuery con effetto fisarmonica | MaiNick Web
L'Educazione degli Adulti 1
L'agire Comunicativo - La Comunicazione Educativa
Armando editore 2000
A cura di Padoan Ivana Maria
Università di Venezia Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze

Premessa 1 Si può innanzi tutto considerare che la prima nota che caratterizza l'azione dell'educatore o del formatore esperto è la possibilità e la capacità di stabilire una rete di comunicazioni tali da situare gli allievi nella pratica del quotidiano .

La situazione nella quale operare è innanzi tutto la situazione giornaliera nella quale vi sia la condivisione di un vissuto quotidiano, intermediario di scambi, e di attività "qui ed ora". Il formatore appare qui, un quasi terapeuta 2 «del e nel» corso dell'avvenimento quotidiano, proprio perché la strategia educativa, è innanzi tutto "cammino interiore che si realizzerà grazie agli espedienti di una presenza costante del formatore al vissuto dell'allievo" 3. Questa costante presenza si può chiamare relazione di reciprocazione, ed è lo strumento più prezioso. Essa si costruisce lungo le situazioni a partire dal reciproco sentire, anche se asimmetrico, e si consolida nelle attività e nelle azioni istituzionali e sociali 4.
Il formatore, in questo caso, e l'educatore ancor più, hanno come obiettivo fondativo quello di favorire lo sviluppo dell'autonomia dei soggetti e la risoluzione dei problemi, che essi vivono nelle interazioni del reciproco ambiente quotidiano. Una seconda riflessione concerne la definizione delle funzioni del formatore e dell'educatore.
In quanto partecipante al contesto formativo, l'educatore è elemento del sistema formativo . La distintività delle sue azioni dipende dai gradi di funzione che riesce ad assumere e a garantire per governare il sistema formativo stesso. La terza riflessione pone sotto controllo alcuni dei principali aspetti dell'interazione verbale al fine di garantire una comunicazione maggiormente efficace. La cura e la vigilanza del linguaggio verbale sono gli elementi della quarta riflessione. La collocazione "onniformativa del linguaggio verbale lo colloca in una posizione dominante, in quanto veicolo non solo del processo di interazione, ma anche del processo di istruzione e di contaminazione semantica dello sviluppo identitario e sociale.
Ed è su questa dimensione che errori di comunicazione lasciano più facilmente il segno. Costruire un'etica comunicativa, valoriale e tecnica, diventa azione pedagogica responsabile.

Note

1 Gli anni '70 e '80 hanno visto in Italia un grande interesse nei confronti di una pedagogia del linguaggio verbale e non verbale. Le influenze di una pedagogia non autoritaria (C. Rogers, Neill...) hanno attraversato diversi processi di comunicazione e di relazione educativa. Ricordiamo in particolare il classico di L. Lumbelli, et alii, Pedagogia della comunicazione verbale, Angeli Milano, 1978, di cui siamo debitori in questo capitolo. Sono dello stesso periodo anche tutte le nuove ricerche sul linguaggio al seguito del modello pragmatico ( J.R. Searle, Atti linguistici, Torino Boringhieri, 1976, J. L. Austin, in M. Sbisà, Gli atti linguistici, Milano Feltrinelli, 1978), del modello etnografico e degli studi sociolinguistici, (Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione , Bologna Il Mulino 1969) , del modello filosofico ( la ripresa degli studi su Wittgenstein, W.P. Alston, Filosofia del linguaggio , Bologna il Mulino, 1971), del modello cognitivo (C. Castelfranchi D. Parisi, Linguaggio conoscenze scopi, Bologna Il Mulino, 1980). Per ciò che concerne la pratica comunicativa e relazionale negli anni '80 e '90 in poi, la scuola subisce il fascino dei modelli gruppali e di Team, provenienti da ricerche americane e francesi. In Italia l'artefice del discorso sono stati in gran parte Enzo Spaltro, Renzo Carli, Gian Piero Quaglino. Vengono abbandonate dunque le ricerche sulla comunicazione a favore della relazione educativa basata sulla dinamica di gruppo e di team work. Attualmente il panorama internazionale sta rispolverando i modelli microsociologici (studi comparati, interculturalità, biografie cognitive e sociali, storie di vita, etnografia delle professioni). Assistiamo infatti, per associazione, a una ripresa degli studi sulla comunicazione e sulla relazione educativa.


2 C. Rogers, M.G.Kinget, Psicoterapia e relazioni umane, Torino Boringhieri, 1970.
3 L. Lumbelli, Comunicazione non autoritaria , Milano Angeli, 1972.
4 L. Lumbelli, op. cit.


Tabella Ivana


| Back | Home | Stampa questa Pagina |
Us-Acli 13069 - Registro.Naz. Ass. e Societá Sportive Dilettantistiche del CONI205946 -Attestato-
Affiliata a: FIKTA - Cod.Soc.
KVE 1206
- Note sul Copyright - Info Associazione -
Istituto Venezia